Strumento derivato dalla sperimentazione condotta presso il Centro di Ricerca dell’ISFAR di Firenze
La Pedagogia Clinica insegue il processo di sviluppo della persona nella sua globalità e interviene in aiuto a seguito di una Verifica delle Potenzialità, Abilità e Disponibilità (PAD) con metodi, tecniche e strumentari propri, sostanziati da marchi registrati e da brevetti, e convalidati dall’indagine scientifica, capaci di aiutare la persona a cui viene riconosciuto il ruolo di artefice della propria evoluzione e del proprio cambiamento.
Il protocollo osservativo del Pedagogista Clinico®, diviso in due parti, una per le manifestazioni ansiose e l’altra per le manifestazioni depressive.
L’ansia è una variabile emotiva che generalmente viene definita come uno stato affettivo spiacevole, basato su un penoso sentimento di attesa di un evento che si ritiene pericoloso: è implicito che l’ansia compare quando l’individuo si trova in una situazione di incertezza circa il suo futuro; essa è infatti associata ad una proiezione di sé nel futuro e all’anticipazione di un pericolo.
Quando l’uomo sperimenta l’ansia, cerca di uscire dalla situazione di incertezza ed è stimolato a prendere maggiore coscienza e conoscenza del mondo che lo circonda. L’ansia è quindi da considerarsi non solo una attivazione atta a preservare l’individuo da tutto ciò che minaccia la sua sicurezza materiale e psicologica, ma anche una spinta all’esplorazione, alla ricerca, al lavoro. Essa è alla base della lotta dell’individuo per l’autorealizzazione e salvaguardia di tutta una serie di valori che l’uomo si costruisce: libertà, prestigio, successo, rispetto, possesso ecc. La situazione di incertezza predispone all’azione (fuga o lotta) o alla comparsa di un diverso stato d’animo (ad esempio, il timore), sebbene, oltre una certa soglia, anche questa variabile funzionale e adattiva, può diventare invalidante per la persona.
L’Analisi delle Manifestazioni Ansiose che si persegue in Pedagogia Clinica consente di rilevare per mezzo di un protocollo osservativo i segni rintracciati in quattro aree: emotiva, fisiologica, mentale e psicomotoria; aree in cui l’ansia e la depressione sono più facilmente rilevabili.
Le manifestazioni emotive possono comprendere l’irritabilità, i mutamenti comportamentali, le preoccupazioni persistenti e diffuse, la variabilità del tono dell’umore…
Le manifestazioni fisiologiche: debolezza e facile faticabilità, cefalee, palpitazioni, senso di oppressione…
Le manifestazioni mentali: cambiamenti della progettualità, difficoltà nella capacità di giudizio, indebolimenti dell’attenzione, scarso potere di concentrazione… Le manifestazioni psicomotorie: difficoltà nella coordinazione motoria, irrequietezza, tremori…
La depressione è uno stato mentale contraddistinto da afflizione e sfiducia, accompagnate spesso da ansia. Dal punto di vista motivazionale nella deflessione del tono dell’umore domina il fatto che viene a cessare ogni attrattiva per gli obiettivi principali della vita; di conseguenza l’attività mentale è rallentata, diminuita, inefficiente. La stessa attività motoria e le cure personali possono essere ridotte al minimo. La durata, la gravità e l’origine degli stati depressivi è molto diversa e possono presentare rilevanti variabili.
L’Analisi delle manifestazioni depressive che si persegue in Pedagogia Clinica con il protocollo osservativo consente di rilevare i segni in quattro aree: emotiva, fisiologica, mentale e psicomotoria; aree in cui l’ansia e la depressione sono più facilmente rilevabili.
Le manifestazioni emotive possono comprendere: autosvalutazione, disinteresse per la propria immagine, sentimenti di colpa, visione della vita improntata sul pessimismo… Le manifestazioni fisiologiche: diminuizione della libido, espressione facciale triste con difficoltà al sorriso, faticabilità… Le manifestazioni mentali: distorsione cognitiva, ideazioni negative, mancanza di progettualità… Le manifestazioni psicomotorie: incapacità a rilassarsi, rallentamento motorio, ripiegamento su se stessi…, l’attività motoria e le cure personali possono essere ridotte al minimo. La durata, la gravità e l’origine degli stati depressivi è molto diversa e i modelli interpretativi possono presentare rilevanti variabili.