L’uso della metafora in Pedagogia Clinica

L’origine di questa figura retorica la definisce in termini di movimento, di cambiamento di posizione. È una figura che implica un trasferimento di significato, cioè a un termine se ne sostituisce un altro che abbia con esso un rapporto di somiglianza; si creano così, immagini di forte carica espressiva. Rappresenta un modo per velare pensieri e verità di un ben più significativo contenuto. La metafora organizza e modifica la visione che abbiamo dell’uomo, è un’operazione intellettuale necessaria alla comprensione e all’invenzione. Una metafora può dirsi riuscita se instaura un legame, un rapporto tra due termini di significato completamente diverso, come per esempio le metafore che attribuiscono tratti non pertinenti a un nome mediante l’antropomorfizzazione di oggetti inanimati. L’efficacia di questa figura retorica consiste nell’effetto dello straniamento che è tanto maggiore quanto lo è la distanza o la relazione tra i due campi semantici. Inoltre, poiché quando si crea una metafora non si stimola soltanto un meccanismo razionale, ma entra in azione l’immaginario, se i due oggetti della metafora appartengono a settori troppo vicini tra loro è possibile che il destinatario percepisca l’oggetto di destinazione non come un qualcosa che presenta delle affinità limitate con l’oggetto d’origine, bensì come una copia di esso. Si basa su un meccanismo di natura eminentemente dinamica che produce una qualche forma di fusione, o per meglio dire compresenza tra due enti raffrontati. Una metafora è efficace se l’oggetto da cui trae origine è facilmente rappresentabile da un’immagine mentale vivida e netta, se appartiene alle conoscenze già note dei destinatari e se è molto diverso dall’oggetto di destinazione. In Pedagogia Clinica la metafora viene impiegata con l’utilizzo del Reflecting® in quanto la creatività del linguaggio metaforico in un intreccio di immagini, di codici e vocaboli differenti apre a nuove possibilità conoscitive e promuove la connessione tra l’esperienza soggettiva e il dato oggettivo, sviluppando ed espandendo le possibili relazioni tra pensieri, immagini e sentimenti. In tal modo essa facilita l’emergere di “contenuti”, quali sensazioni, stati d’animo, emozioni.