Il nome di Codice Gestuale Corporeo è stato dato da Guido Pesci al linguaggio di gesti che comprende tutti i lanci che la persona può compiere con le braccia nello spazio dinanzi a sé passando dal Punto Egoico; quel linguaggio pronunciato da una sinergia tra postura eretta e dinamismo respiratorio, abilità e libertà di movimento, armonia e plasticità di un gesto teso a lasciare una traccia. È il risultato di una sperimentazione condotta dal Centro Ricerca ISFAR, il codice di quella molteplicità di segni passanti dal Punto Egoico, raccolti sulle coordinate rappresentate dall’asse corporeo e dalla linea orizzontale che lo incrocia all’altezza delle spalle, e che ci propone un’infinità di figure geometriche e una vasta gamma di molti altri segni, di rappresentazioni derivanti dai gesti che la persona, libera da ogni impaccio o disarmonia frenante o inibitoria, organizzata armonicamente, può offrire di se stessa.
In linea con una nuova concezione dinamica, la scoperta del Codice Gestuale Corporeo ha dimostrato di poter garantire ampie opportunità operative per favorire ogni abilità organizzativo-corporea, un adeguato dinamismo respiratorio e una maggiore abilità cinestetica del gesto. È un codice grazie al quale è possibile apprendere da se stessi su se stessi ogni proprietà della figurazione geometrica e non, e, contemporaneamente, favorire l’accettazione del proprio Sé corporeo plastico e dinamico e una positiva immagine di se stessi.
Nel Prismograph questo codice, espressione di una potenzialità naturale dell’uomo, viene recuperato e sviluppato con l’intento di favorire un’evoluzione grafico-segnica che parte da strutture esistenti nella persona. Per far ciò il metodo prevede che inizialmente queste figurazioni, inscritte nella postura e nella cinestesia, debbono trovare opportunità di essere rappresentate nello spazio vuoto e solo più tardi tradotte graficamente su pareti attrezzate. I lanci effettuati stando in piedi, con uno strumento tracciante per ciascuna mano, si traducono, in campo vuoto oppure su parete, in linee orizzontali, verticali, oblique e curve. Possono così essere realizzate infinite intersezioni, fino a offrire ordini segnici assai articolati, testimoni della complessità del Codice Gestuale di ogni persona. Unicamente quando ci sarà la certezza di poter realizzare il segno, le linee avranno accesso alla parete bianca su cui lasciano una traccia o una figurazione, sottile o marcata, grande o piccola, in una posizione di perfetta centralità o diversamente distribuita nello spazio, una realizzazione che deve confermare l’abilità raggiunta. Il segno, così rappresentato, è il linguaggio fedele e modulato del gesto, guidato dallo spazio. L’ordine, definito dall’asse corporeo e dal Punto Egoico e tradotto in gesti realizzati con sempre maggiore precisione. Il corpo libera un notevole numero di movimenti, realizzati con atti coordinati o dissociati di singoli settori e ne regola ogni gesto nel tempo e nello spazio. Gesti armoniosi, scattanti, aggressivi, ritmici si esprimono come parole dal contenuto personale. Pensieri, idee, progetti, aspirazioni, indifferenza, gioia, dolore, esaltazioni e tristezze vengono profusi con ritmi o canti resi visibili dal gesto con cui sono rappresentati. I segni grafici che si possono realizzare per mezzo del Codice Gestuale Corporeo, sono infiniti.
La ricerca ha portato a questo risultato importantissimo, mai raggiunto fino a oggi. Con le esperienze offerte dal Codice Gestuale Corporeo è possibile affinare la conoscenza del proprio asse corporeo e, a partire dalle strutture naturali che la persona possiede, darle l’occasione per rintracciarsi, riconoscersi e rappresentarsi, lasciando una traccia autentica di sé, raggiungere una flessuosità del gesto e con esso dichiarare la propria armonia e il proprio equilibrio.
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