Sostenuto dal principio “imparare a parlare parlando”, il metodo Coreografia Fonetica concepito da Guido Pesci nel Centro Ricerca ISFAR, tiene conto di ogni possibile intreccio in cui suoni fonemici, parole e frasi, espresse con intonazioni, pause e modulazioni tonali della voce, si coniugano e si integrano al gesto, alla mimica, ai valori prossemici e tonematici, alle posture del corpo per trovare occasioni di esposizioni dichiarative attive e dinamiche organizzate nel tempo e nello spazio.
Il movimento, accompagnato dalla lingua orale, lascia tracce illustrative del dinamismo corporeo e delle emozioni scaturite dal contenuto verbale e tonematico, generando armoniose cinestesie espressive ed emozionali, disinvolte e spontanee coreografie suffragate dal ritmo e dalla melodia e da rappresentazioni sceniche di parole e testi.
Sono i linguaggi del corpo e della voce che favoriscono, con drammatizzazioni sceniche ed esposizioni filmiche, ogni codice specifico della persona, in modo che le intelligenze, quella senso-percettiva, motoria e del linguaggio che derivano dai processi delle situazioni vissute, siano di supporto alla ridefinizione e strutturazione del corpo-spazio-tempo e all’organizzazione della rete dei differenti sistemi che sostanziano il messaggio di relazione e che offrono molteplici opportunità esperienziali.
Per tale motivo l’influenza della Coreografia Fonetica nello sviluppo del linguaggio e nel recupero delle difficoltà elocutorie si è dimostrata un valido ausilio poiché promuove ad un tempo più apprendimenti, l’indipendenza segmentaria, la coordinazione gestuale, il controllo dell’equilibrio posturale, l’armonia dei movimenti, il successo nell’abitare lo spazio e il rilevante potenziamento dell’espressione verbale che trova in questa dinamica quella simultaneità di stimoli indispensabili per un significativo sviluppo. È un’interessante occasione in cui la coreografia promuove positivamente le scansioni fonatorie e aiuta a rintracciare e dare validità alla presa di coscienza di sé e l’espressione di sé, contribuendo così ad una reale integrazione sociale. L’eccellenza nasce dal facilitare l’attività esplorativa e la spontaneità nel manifestarsi e nell’esprimersi elevando l’intenzionalità, una chiara occasione per raggiungere una maggiore capacità organizzativa e una diversa apertura per un’autentica testimonianza di sé agli altri.
In pratica, al pari di un bambino che non crea da nulla, non costruisce il linguaggio se gli mancano i piacevoli e contestualizzati training di approccio, ogni intervento di aiuto richiede contemporaneamente sviluppati tutti i canali della comunicazione e le proposte educative contestualizzate alla realtà. Non basta certo proporre esercizi di fonazione in cui vengono richiesti vari vocalizzi, ad es. “o” a cui viene associata una immagine “oca” e di seguito richiesta l’imitazione del suono che precedentemente viene prodotto dall’insegnante, dal genitore o dallo specialista.
È indispensabile un intervento sostenuto da esperienze interocettive, propriocettive, artro-cinetiche, cinestetiche e perciò ritmiche e gestuali, consolidate da esperienze pluri-sensoriali e moto-recettive. Ciò che desideriamo è di far partecipare il soggetto ad un ambiente simpatetico evitando ogni situazione ripetitiva e sedativa, un assunto insostituibile e non deprezzabile che impone un riguardo nei confronti di tutto ciò che può favorire una maggiore attitudine all’espressione verbale. In sintesi:
“È un metodo in cui suoni fonemici, parole e frasi sostenute dal principio “imparare a parlare parlando”, trovano occasione per sviluppare esposizioni dichiarative attivate dall’interazione in cui parola, gesto, mimica, prossemica e postura del corpo si esprimono, integrate da intonazioni, pause e modulazioni tonali della voce. La lingua orale nel metodo Coreografia Fonetica fa affidamento all’enunciato “imparare facendo”, all’oralità e all’organizzazione corpo-spazio-tempo, alla rete dei differenti sistemi che sostanziano il messaggio di relazione ed offrono molteplici opportunità esperienziali; intelligenze senso-percettive, motorie e del linguaggio che derivano dai processi delle situazioni vissute. Il movimento, accompagnato dal linguaggio verbale, lascia tracce illustrative del dinamismo corporeo e delle emozioni scaturite dal contenuto verbale e tonematico. Si tratta di armoniose cinestesie espressive ed emozionali, coreografie suffragate dal ritmo e dalla melodia, da rappresentazioni sceniche di parole e testi. Linguaggi del corpo e della voce che favoriscono con drammatizzazioni sceniche ed esposizioni filmiche ogni linguaggio specifico della persona. L’influenza della coreografa fonetica nello sviluppo del linguaggio e nel recupero delle difficoltà elocutorie si è dimostrata un valido ausilio poiché promuove ad un tempo più apprendimenti, la coordinazione gestuale, l’indipendenza segmentaria, il controllo dell’equilibrio posturale, l’armonia dei movimenti, il successo nell’abitare lo spazio e il rilevante potenziamento dell’espressione fonetica e verbale che trova in questa dinamica quella simultaneità di stimoli indispensabili per un significativo sviluppo. Una interessante occasione in cui le scansioni fonatorie aiutano a rintracciare e dare validità alla presa di coscienza di Sé e l’espressione di Sé, contribuendo così ad una reale integrazione sociale. Il metodo non trascura l’integrazione fra cognitivo, affettivo-relazionale e corporeo e promuove un costante dinamismo per dare vita al criterio di insieme sistemico delle funzioni riuscendo a stimolare la persona nella sua globalità, favorirne lo sviluppo armonico e potenziarne le abilità per un costante rinnovamento e adeguamento alla vita” (Pesci G., Mani M., Dizionario di Pedagogia Clinica, Edizioni Scientifiche ISFAR-Firenze 2°Edizione 2017).
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