La Pedagogia Clinica, con l’obbligo di seguire un iter evolutivo, una concezione qualitativa e una dinamica sociale capaci di favorire una reazione della personalità, ha tratto dal Centro Ricerca ISFAR, un elaborato metodo per arginare le difficoltà di apprendimento matematico: l’Eucalculia.
Il Metodo è un contributo scientifico e tecnico-metodologico per fare acquisire abilità alternative alle circoscritte funzioni numeriche e ai meccanismi delle operazioni per fare i conti, esso tiene presente e comprende la dimensione aritmetica o numerica, la dimensione logica, e la dimensione spazio temporale o geometria; dimensioni che non possono essere considerate separatamente poiché si intersecano e si sviluppano in stretto rapporto le une con le altre. L’Eucalculia riconosce l’interfunzionalità e, per dare risposte complesse necessarie, si muove tenendo conto dei diversi contributi disciplinari e delle nuove rivelazioni scientifiche prodotto di indagini per trovare quei geni che potrebbero determinare le capacità matematiche di base di ogni persona, e delle documentate strutture specializzate del cervello, aree cerebrali coinvolte nell’evoluzione della capacità di formulare calcoli e idee astratte. Il metodo riconosce il corpo umano come strutturato per rispondere alle reali esigenze della persona, alle sue diversità e necessità, con l’intento di incidere sulle strutture-base di relazione e agire autenticamente sulla globalità; quel corpo umano che possiede una struttura simbolica ricchissima e una straordinaria attitudine all’educazione fino a divenire “corpo matematico”.
Il ritmo, che ben rappresenta l’uomo, è ordinato in stretta connessione con il numero ed è legato a fatti, fenomeni, gesti che si ripetono secondo uno schema, è presente nella produzione verbale, nel pronunciare la sequenza verbale numerica, e serve a ricordare schemi ricorsivi. Il corpo in movimento diventa gesto, segno, simbolo, codice, e, integrandosi via via con gli altri linguaggi umani oltre che come autonoma simbologia, si espone come testimonianza totale della integralità della persona; il movimento facilita con mimica e gestualità l’espressione verbale, la narrazione e la composizione, lo schema corporeo che corrisponde al verbo avere, i riflessivi, gli intransitivi e i transitivi allo schema motorio, il verbo essere all’io corporeo.
Poiché l’apprendimento matematico non si basa certo sull’esclusiva grottesca manipolazione di cubi e modelli o sul sostare seduti assiduamente ad un banchino davanti ad uno schermo, il metodo, che non si ferma sui singoli aspetti delle inefficienze, fa appello a una notevole quantità di abilità e processi mentali, a una vasta gamma di sollecitazioni e di vissuti esperienziali corporei ed emotivo-affettivi costruiti in situazioni importanti e con vivaci coloriture che, facendo uso dell’attenzione, del piacere, della curiosità, dell’entusiasmo e della sensazione di successo, permettono di raggiungere nuove capacità e disponibilità.
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