Metodo LabyrintWay

Il labirinto è una struttura archetipica. Da sempre l’uomo è stato affascinato dall’immagine del labirinto, dalle scelte dall’esito imponderabile, da qualcosa che in qualche modo gli parli della condizione umana o cosmica. I meandri, un intrico indescrivibile, una complessità topologica in cui è facile entrare, ma è difficile uscire, sono la rappresentazione di un cosmo dalle infinite situazioni e scelte a cui la persona è sottoposta. Il Metodo Labirint Way©  è il prodotto di una ricerca dai risultati sorprendenti che ha reso possibile far divenire strateghi e tattici  ed imparare a tollerare le incertezze, a riflettere con senso critico, a sfruttare in modo dinamico tutte le idee e le possibilità che vengono offerte e, nel trovare la soluzione, sviluppare quel senso di soddisfazione per il successo che inevitabilmente incrementa la fiducia in se stessi.
Il Pedagogista Clinico® che su concessione dell’ISFAR può utilizzare questo Metodo ha l’occasione di aiutare la persona a vincere lo stato di incertezza ed uscire, nonostante le difficoltà, dal dedalo di grotte e gallerie. Sono Percorsi Labirintici che, per la loro particolare tipicità, permettono di sviluppare  la capacità di esaminare, la capacità attentiva e di concentrazione, di discriminare ogni nozione topologica e di orientamento spaziale, giostrare idee e possibilità di soluzioni. Labirinti che aiutano la persona a tollerare le incertezze, a riflettere con senso critico, a sfruttare in modo dinamico tutte le idee e le possibilità che le si offrono nel trovare l’uscita. A Teseo per uscire dal labirinto fu necessario il gomitolo di filo datogli da Arianna, alla persona che si promuove in questo percorso sarà il Pedagogista Clinico che da dedalo le permetterà di riconquistare l’aria e trovare l’uscita.
Studi e ricerche ascrivono i LabyrintWay concepiti e verificati nella loro efficienza, tra i metodi più significativi nello spingere la persona ad affrontare gli ostacoli fino a trovare l’uscita e muoversi con nuove decisioni per farsi valere e costruire dialoghi positivi.
I Percorsi Labirintici che vengono utilizzati in questo Metodo sono simboli della forza primigenia radicata nel profondo dell’animo, quel mysterium tremendum che ha bisogno di un lume per rischiarare il buio e permettere alla persona di ritrovare il giusto cammino nei complicati intrichi delle ipotesi e delle deduzioni. È un labirinto difficile che impone calcoli complessi per trovare una regola che consenta di individuare l’uscita dalle tenebre per raggiungere la libertà e spaziare verso nuovi orizzonti. Sono tracciati labirintiformi costruiti non già per far raggiungere al viandante, guidato dal caso, dalla fortuna o dalla grazia, la camera centrale, la cripta dei misteri, luogo della vita eterna, ma per farlo entrare dalla parte inferiore e muovere su, verso quella superiore, per poi arrivare all’uscita, a destra; un cammino durante il quale la persona incontra difficoltà e ostacoli di ogni genere – proprio come accade nella vita – ma trae opportunità di crescita, di sviluppo, di evoluzione che la guidano verso la via di uscita, plauso della propria iniziativa ed esaltazione del bisogno di imporsi, di valere, di creare relazioni solide. I Percorsi Labirintici costituiscono dunque per la persona un’occasione per trovare, affrontando gli ostacoli, una profonda motivazione, un confronto con se stessa, un ordine della ragione per muoversi con il nuovo intento di farsi valere e di costruire dialoghi.