Pedagogista Clinico® e la cultura delle pitture ornamentali

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Affascinanti viaggi in Africa mi hanno permesso di sperimentare forme di contatto e scambio culturale arricchito dal culto sincretistico presente in questo continente; un incontro fra elementi culturali e sistemi religiosi diversi che generano interazioni significative attraverso la simbolizzazione di contenuti di pensiero e concepimento di sentimenti.
In questi contesti il Pedagogista Clinico® supportato dai principi della Pedagogia Clinica ha potuto ben saggiare la possibilità di estendere i propri interessi e accostamenti fecondi di pensiero sulle pitture ornamentali estesi con una insaziabile ricerca al metodo InterArt® ancora agli inizi negli anni ’70 del secolo scorso .
L’occasione è l’Africa, le tribù del Togo, del Mali e dell’Etiopia che considerano il corpo la migliore “tela” possibile, veicolo di espressione artistica da esibire e degna di essere decorata con ogni cura, capace di sprigionare una forza invisibile da contemplare. Osservare questi motivi pronunciati per bellezza, con espressività, con immenso talento creativo, è stato ogni volta come assistere a una particolare alchimia, essere testimoni di una delle più pregevoli forme d’arte. Si dipingono il viso e il corpo con polvere di gesso disciolta nell’acqua del fiume dando risalto al disegno con l’ocra ricavata da rocce ferrose polverizzate, bagnano il corpo nudo con l’acqua e lo cospargono con una densa pasta fatta di polvere di gesso per poi tracciare intricati motivi di linee con i polpastrelli bagnati senza mai staccare in un fluire continuo com’è in uso nella calligrafia zen, polvere di gesso utilizzata per le pitture facciali con motivo a puntini  bianchi per creare una mascherina intorno agli occhi e ravvivare il volto. Elaborati disegni che valorizzano le parti del corpo come le mani, braccia e piedi realizzati con un sottile ramoscello bagnato con la tintura di henné preparata con foglie polverizzate miste ad acqua e succo di lime acerbo, o una tintura nera sintetica se sono in grado di acquistarla.  Le persone ogni giorno, noncuranti della caducità delle opere d’arte che creano, continuano a dipingere spontaneamente e con vero piacere disegni nuovi usando il corpo. Pitture che sono l’espressione della loro creatività, creazione artistica, processo sociale che costituisce essenzialmente un mezzo di comunicazione con i nostri simili, delicato equilibrio di sensazione, sentimento e intuizione, capace di collegare nuove esperienze ad astrazioni universali; arte come spirito aperto e creatore che si appoggia su una sintesi dell’emozione, dell’impegno e della creazione.
Questo è quanto si può far riecheggiare sostando davanti al corpo utilizzato come tela e ai motivi ornamentali che raccoglie e che ha animato pensieri innovativi per il metodo InterArt®. Le esperienze realizzate in queste realtà sono state un grande arricchimento che hanno permesso di fissare l’attenzione su come le figurazioni sul corpo dell’uomo, i motivi disegnati e pitturati sono dinamici e durante il movimento del corpo veicolano espressioni artistiche molteplici e diverse fino ad offrire forme drammatizzate.
L’arte e il movimento diviene spostamento semantico che trasfigura la cosa, dà figurazione creativa al pensiero e si propone come integrazione certa per il metodo InterArt® a cui non è sfuggita la connotazione dell’arte come corpo, dono da esibire in ogni sua parte senza timidezza e vergogna, ispiratrice di importanti risorse immaginative e creative; arte dinamica, figurazioni che si muovono sull’asse dell’uomo e rendono ai motivi un numero infinito di effetti.
La ricerca, sostenuta da queste verifiche, ha maturato principi adiuvanti le innovative caratteristiche assunte dalla creatività di molte tribù africane e si è spinta oltre i quadri realizzati e posti appesi in pinacoteche per un’arte 3D soddisfatta da immagini volumetriche, tridimensionali; uno stile artistico che lascia al corpo la testimonianza estetica ed espressiva e  una sicura efficacia della qualità delle relazioni interpersonali.

Guido Pesci