Punto Egoico

Il Punto Egoico è una prodigiosa scoperta di Guido Pesci; il Punto su cui converge l’occhio quando, stando in piedi, le nostre braccia sono allungate in avanti e gli indici uniti, quel punto proiettato in cui si incrociano la linea assiale e la linea orizzontale del corpo rappresentata dalle braccia allargate. Esso è il Punto armoniosamente inscritto nell’uomo da cui partono, arrivano e transitano i lanci e le rappresentazioni segnico-grafiche.
La scoperta si deve all’intuizione di Guido Pesci avuta mentre teneva una lezione pratica sul tema “Dichiarare il proprio sé agli altri”, quando nell’indicare l’IO corporeo con l’indice rivolto verso se stesso lo portò in avanti allungando il braccio destro e poi il sinistro muovendo sull’asse, le braccia allungate e i due indici esposti davanti a sé convergenti in un punto, convintamente lo definì Punto Egoico. A conferma dell’importanza che aveva questo Punto, Pesci fece passare lanci tra i più diversi e attraverso le tracce ne illustrò le costanti proporzioni dell’uomo, non più in definizione astatica, ma in dinamica corporea. Ciò gli ha permesso di dimostrare che l’uomo è misura geometrica e che le misure dell’uomo sono in natura e questa trova la sua esposizione a partire da un punto, da quel Punto. La sperimentazione che ne è seguita ha offerto solidità all’intuizione e confermata con il Punto Egoico che, ancor più in conduzione dinamica, l’uomo è la misura di tutte le cose. Dal Punto Egoico passano tutti i lanci che le braccia possono compiere nello spazio dinanzi a sé e intorno a sé, tracciando linee orizzontali, verticali, oblique e curve identiche lasciate dalla mano destra e dalla mano sinistra, (singolarmente o simultaneamente), lanci e segni a cui Guido Pesci ha dato il nome di Codice Gestuale Corporeo; orditi segnici che, a partire dal Punto Egoico perseguono nell’uomo ogni regolazione dinamica, tutelato dalla consapevolezza del proprio asse corporeo.
I gesti, movimenti e atti coordinati o dissociati dei singoli settori corporei, sono realizzati stando in piedi, si traducono prima in campo vuoto e poi su parete con uno strumento tracciante per ciascuna mano, in linee orizzontali, verticali, oblique e curve, e confluenti in infinite intersezioni. Si tratta di tracce sottili o marcate, modulate dal gesto e dalla tenuta dello strumento tracciante, grandi o piccole, in una posizione di perfetta centralità o diversamente distribuite nello spazio che definiscono dei codici della figurazione geometrica, i quali a loro volta offrono alla persona la possibilità di affinare la conoscenza del proprio asse corporeo e l’occasione per rintracciarsi, riconoscersi e rappresentarsi, fino a raggiungere una plasticità del gesto e con esso dichiarare la propria armonia e il proprio equilibrio, lasciando una traccia autentica di sé.
Punto Egoico, Punto delle confluenze dell’Uomo Geometrico a cui la Pedagogia Clinica in aggiunta alla geometria fa confluire interessi sull’uomo che si esprime per mezzo della geometria che gli appartiene e la Pedagogia Clinica seguendo la concezione dinamica e orientata alla persona che la rende corredata e di un corretto dinamismo respiratorio e di abilità organizzativo-corporee e cinetica del gesto che diviene armonioso, scattante, aggressivo e ritmico carico di contenuto personale espresso con pensieri, idee, progetti, aspirazioni, indifferenza, gioia, dolore, esaltazioni e tristezze profusi con ritmi visibili che appartengono alla natura dell’uomo.