Ogni movimento dell’uomo è misura ed armonia sia quando egli è in movimento sul proprio asse sia in ogni altra occasione cinematica (der. gr. κίνημα -ματος «movimento», der. di κινέω «muovere») che descrive la dinamica del movimento stesso, di come le forze impresse dai segmenti corporei generino un movimento e come questi nell’esecuzione di quel movimento si spostano nel tempo e nello spazio con variabili cinematiche relative oltre che agli spostamenti, alla velocità, all’accelerazione del corpo o dei diversi segmenti corporei, alle sinergie, alle sequenze di apertura e chiusura di angoli articolari in movimento espresso on efficacia ed efficienza. Sono tante le esperienze motorie dinamiche realizzate sia con gli arti superiori che possono lasciare traccia figurativa geometrica in associazione e dissociazione come circonduzioni e oscillazioni con variazioni di ritmo e di ampiezza, che con gli arti inferiori espresse con flessione e spostamento, con mobilizzazioni e indipendenza degli arti così come della testa e di tutto il corpo, del tronco, delle spalle, del bacino, di flessione-rotazione del tronco, di estensione, di lateralità e orientamento; esperienze di coordinazione dinamica, oculo-manuale, per l’organizzazione e di adattamento al tempo, e di organizzazione e strutturazione spaziale. Tutte occasioni in cui l’uomo nel lasciare traccia di sé definisce lo sviluppo della catena cinematica. È così che si esprime l’Uomo Cinematico prodotto di espressioni corporee mutualmente concretizzatosi in immagini figurazionali geometriche.
La varietà di questo repertorio motorio viene sostenuta da sinergie che attivano diverse modulazioni che conducano la persona a sentire, godere, partecipare il vocabolario di gesti spontanei con cui essa si esprime, per poi divenire linguaggio segnico con significato iconico o simbolico. Il senso della geometria nel dare questo valore al corpo si appella ad ogni rappresentazione realizzata con movimenti organizzati nello spazio.
Due sono i metodi scientifici che si appellano all’Uomo Cinematico e che hanno richiesto un impegno in anni prima di raggiungere una conoscenza oggettiva, verificabile e condivisibile. Per ambedue i metodi si è trattato di una formulazione di ipotesi e teorie più generali fino ad evidenziare l‘efficacia attraverso la sperimentazione. Per i due metodi che hanno preso il nome di BonGeste® e di Prismograph®, si è giunti ad un risultato teorico e operativo che ha soddisfatto la ricerca e la verifica condotta dall‘ISFAR per il potenziamento della Pedagogia Clinica. (Uomo Geometrico, Edizioni Scientifiche ISFAR-Firenze 2020). Per ambedue i metodi le esperienze si orginano su di una plasticità corporea traduttrice di linee multiple, verticali e orizzontali, curve… che generano forme geometriche proprie di un Uomo Geometrico in Movimento, di quel corpo umano la cui rappresentazione delle proporzioni è garanzia di figure perfette tra cui il cerchio, il quadrato e il triangolo, e che trovano nel metodo Prismograph® il Punto Egoico come punto originario ed unico da cui parte ogni organizzazione geometrica.
Marta Mani